LA VILLA ROMANA

DI GRASCIANO





Il sito archeologico di Grasciano scoperto nel 1992 dal gruppo di volontari della Cooperativa Ars et labor, affiliata dell'Archeoclub d'Italia, ha restituito numerosi resti murari ascrivibili ad un probabile insediamento rustico di epoca romana. Posto sul crinale nord dell'omonimo colle che degrada verso la valle del fiume Tordino, dista circa 3 Km da Giulianova (Castrum Novum) e circa 12 Km da Atri (Hadria – Hatria). Fonti storiche riportano che tra il 300 e il 260 a.C., periodo di assegnazione di territori a cittadini romani “optimo iure”, e a soci latini e italici, furono destinati terreni anche in questa parte del territorio Piceno, nominato Ager Hadrianus. Le stesse fonti storiche riportano che il territorio era molto fertile ed utilizzato per colture come olivo, vite e grano.





Annibale, durante la sua calata in Italia, dopo la battaglia del Trasimeno, si diresse verso il territorio Piceno ed arrivò sulla costa del Mare Adriatico nel territorio di Hatria, mettendo a ferro e fuoco queste contrade. (Silio Italico, De Bello Pun. II v. 521).

Qui riuscì a curare la scabbia, contratta da uomini e cavalli durante la traversata delle paludi insalubri di Comacchio e di Chiusi, utilizzando “veteribus vinis, quorum ibi magna copia” per disinfettare le piaghe.





Non va poi dimenticato che sul tratto di costa Adriatica dal fiume Tronto fin oltre il fiume Pescara, esistevano numerose saline dove veniva prodotto il sale per l'alimentazione. Infatti la strada di collegamento tra Roma e questo tratto di costa del Piceno era chiamata Via Salaria (i toponimi oggi rimasti alla Via Salaria ed ai corsi d'acqua, Saline e Salinello, ricordano quel tipo di produzione).





Le indagini e le ricerche fatte negli ultimi anni nell'area compresa tra i fiumi Vomano e Tordino, sulla fascia collinare di circa 15 Km e per una superficie complessiva di circa 150 Km2, hanno riportato alla luce molti insediamenti del periodo romano, come l'insediamento rustico di Grasciano, tutti databili tra il sec. II a.C. ed il II d.C.

Le parti scoperte di questo sito, ed oggi visibili, possono essere identificate in una piscina delle dimensioni di m (18x9), una cisterna seminterrata di m (8x8)x3 di profondità, nonché altri ambienti ad esse afferenti.

La superficie dell'intera area archeologica riportata alla luce, fino ad oggi, è di circa 4.000 m2. Durante le operazioni di pulizia e di scavo, per lo svuotamento della cisterna e della piscina, sono state recuperate diverse migliaia di frammenti di materiale vario, ceramica, vetro, intonaci, ecc.





I pezzi ritenuti più significativi, tipologicamente e cronologicamente, sono stati esposti nella mostra di cui le presenti pagine web sono documentazione.



Level Triple-A conformance icon,           W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0

Traffic counter